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Colloquio di lavoro

"Prossima fermata. Colli albani. Uscita al lato. Destro."
Cazzo.
Sono agitatissimo.
Sono settimane che vado avanti a fare colloqui di lavoro e ancora non riesco a tranquillizzarmi.
Tra poche fermate sarò arrivato ad Anagnina, non devo assolutamente perdere questa possibilità di lavoro.
Provo a distrarmi. Guardo la gente che entra in metro ma lo sguardo si poggia immediatamente su di lei.
Bellissima.
Più bassa di me, capelli neri, leggermente mossi, pelle abbronzata, ma non marroncina. Ha quell'abbronzatura dorata che abbraccia solo le ragazze più fortunate.
Veste strana. Né troppo burina, né troppo alternativa. Viso liscio, pulito e spaesato. Sembra una bambina.
Bellissima.
Mi vede. E senza sorridere si avvicina.
"Scusa sai dove devo scende per andare alla Romanina?"
Il cuore mi gela. Non mi aspettavo affatto un approccio così diretto e repentino.
Le rispondo di scendere alla mia stessa fermata. Lei mi si siede accanto e mi dice che sta andando ad un colloquio di lavoro presso l'azienda Odorisio.
"Anche io vado lì per un colloquio" esclamo con la mia faccia da ritardato.

Lei è una di quelle che parla parla parla e non smette più. Ma io non la ascolto. Mi perdo a guardarla e ad immaginarmi che tipo di persona sia.
Ha la parlata un pò coatta -si capisce che abita in periferia- ma al contempo capisco che prova a contenersi.
Dice di avere 2 anni in più di me... Non l'avrei mai detto! Sembra davvero una bambina.
Bellissima.
Il tempo vola e siamo già arrivati ad Anagnina. Scendiamo. Faccio strada verso l'azienda. Arriviamo.
ODORISIO
Termoidraulica e idrosanitari. Una delle aziende del settore più antiche a grandi di Roma.
Subito mi fa notare con aria scocciata che ci sono un altro paio di persone fuori ad aspettare per il colloquio.
Adoro la sua voce e le facce che fa quando parla.
Non sembra avere affatto il profilo grezzo che caratterizza le ragazzette di periferia, ma al contempo ne mantiene la scioltezza e la naturalezza nelle espressioni.
Bellissima.

Dopo pochi minuti di fila -lei sembra tranquilla, io sudo freddo- ci chiamano dentro per il colloquio.
Entra lei.
Poi esce.
Mi chiamano ed entro. Sono troppo teso e non le dedico neanche uno sguardo.

Una merda.
Come sempre.
Mi impiccio, non capisco quello che mi dicono, sbaglio le parole, faccio cadere gli oggetti.
Un fail.
Esco sconsolato dalla sala del colloquio e la segretaria mi dice le solite cose:
"Guardi, già ci ha lasciato il suo numero. Le faremo sapere in caso di esito positivo del colloquio. Ah! La ragazza che c'era prima mi ha chiesto di lasciarle questo"
Non ci credo! E' il suo numero! Cazzo! Mi ha lasciato il suo numero!
Uno strafottutissimo bigliettino con su scritto:

346 9177****
Lavinia
chiamami! <3

Come un coglione prendo in mano il telefonino e subito digito il numero.
E poi? Che cazzo le dico? Come cazzo la saluto? Perchè cazzo mi ha lasciato il numero?
Riaggancio immediatamente.
Ecco fatto.
Figura di merda. E' partito uno squillo subito prima che riagganciassi. Giusto per fare la figura dell'underage.
Dio ladro! Non la richiamerò più.

---

Quando torno a casa si sono già fatte le 18 e riinizia la mia solita routine pomeridiana.
Sigaretta, doccia, sigaretta, lurkata, sigaretta, mi viene duro...
Anche oggi /s/ fa cagare e pure /hc/ non è più quello di un tempo. Non ho tempo per una /r/equest.
Vai PornHub! Scelgo te!

Milf? troppo vecchie
Big Booty? troppo negre
College amatorials? troppi ne ho visti
Eccolo!
Skinny brunette addicted to anal... è lui! mi piace!
Fappo
Vengo
Butto il fazzoletto e mi accendo una sigaretta.

>♪Buona notte, buona notte... *****! paparapara!♫


Un sms? A quest'ora? A me?
Prendo il telefonino con fare disinvolto ma cago mattoni appena leggo.

Ciao Flavio
ti va di andare a cena fuori stasera? cosi possiamo parlare del colloquio, come ci è andato ecc...
fammi sapere
kiss

Non sono mai stato un play boy, ma non sono neanche uno di quegli anon che si mette a piangere e si tira indietro appena una femmina gli parla.
Le rispondo che a me andrebbe bene ma che non ho la macchina.
facepalm.jpg
Comunque abito quasi in centro, a Porta Latina.
Mi risponde che non fa niente e mi sarebbe passata a prendere lei verso le 20
DA PAURAAAAAAA!!!!! Finalmente!
Mi sembra un sogno! Quasi non ci credo!
Non chiedo di scoparmela. Anche solo uscirci insieme sarebbe un win assurdo per me!

>♪♫PAPPAPPAPPARAPPA QUA LA VITA A PAPEROP.
Uno squillo.
Lei è già qua sotto.

La sua femminilissima C1 odora di nuovo, ma il mio naso si concentra sul dolce profumo da lei indossato. Dolce come il miele.
Provo a rilassarmi. Tanto parla quasi solo lei...
Minchia quanto mi piace! L'imbarazzo mi pervade.
Lei è vestita tranquillissima. Ne da sfigata, ne da burina, ne da zecca.
Jeans, Tigers e magliettina viola un po' scoperta sulla schiena.
Io pure sono vestito tranquillo. Spero.

"Ti va di andare a cena al sushi?" -si
"Da paura, perché a me mi fa impazzire" -si
"Vado ghiotta di sushi, specialmente quello al salmone, come si chiama? Maki-sashimi?" -credo

Sono proprio un coglione. Il mio disagio e palese.

Il sushi mi fece schifo. Lei mi piacque da matti.
Mi parlò di quanto le piacciano le gite in campagna e nei boschi; dei suoi lavori precedenti cone segretaria e altre stronzate di cui neanche ricordo l'argomento.
La sua bellezza semplice e pulita mi stunnava.

Finita cena ero cotto di lei.
Avrei voluto gridare di felicità perché ero anche abbastanza sicuro di piacerle e in più avevamo anche bevuto abbastanza birra Asahi.
"Allora adesso me stai a raiaccompagnà?" chiesi in imbarazzo, giusto per vedere la sua reazione. Per vedere se aveva intenzioni serie.
"E che vai de corsa?"
"Dai sali un attimo a casa, così ci fumiamo un paio di sigarette insieme e poi ti riaccompagno. Abito da sola"
Mi venne duro e dissi di si.

---

Colli Albani.
Che zona di merda. Nel cuore del tuscolano.
Dopo un paio di silenzi imbarazzanti e qualche sguardo brutto mandatomi attraverso il finestrino da dei coatti locali, arriviamo a casa sua.
Piccola. Compatta. Bella.

Al centro del tavolo scorgo una ciotolina con dei frutti di bosco. Inconsueto, ma bello.
Se ne prende una manciata e mi dice di favorire se ne ho voglia.
Prendo una mora e sfodero il battutone: "mi piacciono le more!"
facepalm.jpg
Lei mi sorride.
Io arrossisco.
"Vado un attimo al bagno e torno subito."

E VAAAIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!!!11


THIS IS IT! PREPARE FOR GLORY FLAVIO!
Il mio sogno si sta realizzando. Non mi sarei mai immaginato di potermi portare a letto una ragazza così preziosa come Lavinia.
Finalmente adesso mi faccio una bella scopat....
OH CAZZO!!!



>"vado ghiotta di sushi, specialmente quello al salmone"
>"amo le gite in campagna... e nei boschi..."
>"lo senti il mio profumo al miele?"
>"vuoi un po' di frutti di bosco? a casa mia non mancano mai"
>"E che vai de corsa?"...c-ORSA!!!



CAGO MATTONI!!!
Ma certo! Mi sembrava troppo strano!
Lei in realtà è un orso travestito da donna e vuole sbranarmi!

Scatto in piedi, arraffo il telefonino, e corro verso la porta... inciampando su una sedia.
"Cazzo! Speriamo non mi abbia sentito, o si accorgerà che l'ho scoperta!"

BOOOM!! ROOOAAAAAARRR!

Con una sonora zampata sfonda la porta del bagno e mi punta.
I suoi occhi rossi mi fecero raggelare il sangue. Il suo respiro affannoso e affamato mi fece cagare sotto, regalandomi l'impulso di alzarmi e di uscire immediatamente dall'appartamento, sbattendomi la porta alle spalle.

Subito mi butto in una corsa mattissima giù per le scale.
Con un grosso boato sfonda la porta di casa e si butta all'inseguimento.
La bava in bocca. I denti famelici. Il pelo lungo e sporco.
La sua forza era inaudita. Distriggeva tutte le scale in marmo al suo passaggio e ad ogni rampa sbatteva sui muri, provocandone la rottura e il crollo.

Sono fuori.
A destra: un muro
Dritto: la una lunga strada
A sinistra: un gruppo di ragazzetti di periferia si stava facendo le canne sui loro motorini.

BEM!
Destro in faccia al coattello, che cade immediatamente giù dal motorino.
Giro le chiavi e via.

L'orso intanto sfonda anche l'ingresso del palazzo, che crolla alle sue spalle. Spicca un vigoroso balzo verso di me, ma io già sono in fuga su quel nuovo mio SH.

Con una veemenza inaudita strappa in due il coattello, che osservava la scena da terra. Le sue budella schizzarono in aria.
VIA!
Si mette all'inseguimento.
CAZZO! è più veloce di me! cosi mi raggiungerà!
Con una rapida piega imbocco sulla tuscolana e mela sfreccio in mezzo al traffico.

Dallo specchietto potevo vedere quella bestia che si faceva strada tra le macchine, buttandole via a manate, come se fossero ciottoli, creando numerose esplosioni a catena.

---

In pochi minuti arrivo a Piazza Re di Roma. Non ho tempo di fare la rotonda, e decido di passare in mezzo.
Un secondo e, senza accorgermene, BUM! sto per terra.
Avevo messo sotto un ragazzino Emo che bazzicava da quelle parti, con la sua combriccola.
L'immagine del manubrio dell'SH conficcato in mezzo alla faccia di quel ragazzino mi fece intuire che avevo appena perso il mio mezzo di fuga.
Senza perdere altro tempo mi alzo in piedi e continuo a correre, questa volta verso il centro.
Alle mie spalle potevo sentire i ruggiti della bestia, coperti solo dalle numerose urla dei ragazzi, schiacciati e squartati dalla furia distruttiva di quell'implacabile orso.
Era incredibile.
Tutto l'ultimo tratto dell'Appia Nuova si era trasformato in un inferno. L'Aria era satura di sangue, grida di dolore, ruggiti feroci ed esplosioni di macchine.

Corro più che posso e supero anche Piazzale Appio. Davanti a me, ad un centinaio di metri, scorgo la Cattedrale di San Giovanni.
Quella (non tutti lo sanno) è zona del vaticano, è terra santa.
Io, che non ho mai creduto in dio, in una situazione critica come quella, mi sono trovato a pensare codardamente che avrei potuto appellarmi al potere del signore. Come ultima speranza.

Cado. Sono sfinito.
Mi arrendo.
I suoi ruggiti, sempre più famelici, pervadono le mie orecchie.
I suoi passi, sempre più vicini, annunciano la mia imminente fine.
Alzo scoraggiato lo sguardo e...

FLAAAAAASHH!!!!!!!!!!

Un bagliore inprovviso mi acceca!
Da terra provai a vedere cosa stava succedendo e capii che il Papa, con un tempismo divino, era uscito dalla cattedrale e stava sparando un raggio di luce redentrice sulla bestia.
Pochi secondi e la terribile creatura scoppia. Lasciandomi piovere addosso sangue e brandelli di carne morta.

Ero sconcertato.

Joseph mi si avvicina.
Mi mette una mano sulla spalla.
Con un caloroso sorriso paterno, mi sussurra:
"Troll for the life, Live for teh lulz"

Il giorno dopo mi tatuai la frase in petto.